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BROTHER AND SISTER ART
TEATRO DI SOTTO NAPOLI
8 - 17 Febbraio 2013





Associazione “Il Colibrì” di Sant’Arpino (CE) – Gruppo Teatrale de “Il Pendolo” (CE)

Centro Musicale “Pro Arte” di Piedimonte Matese (CE)

NELL’AMBITO DELLA PROGRAMMAZIONE TEATRALE

“TEATRO DI SOTTO -  Stagione 2012 - 2013”

presentano

“BROTHER AND SISTER ART”

Regia

Antonio IAVAZZO

 

INTERPRETI
ARCIPRETE Giovanni
DI MARCO Vincenzo
IAVAZZO Raffaele
LOSANNO Carmine
NARDELLI Antonio
ORSINO Claudia
ROTUNNO Angelo
VALLO Daniela

DANZATORI
CIRILLO Giuseppe
ORSINO Andrea

ASSISTENTI ALLA REGIA
GAMBELLA Alessia
GAMBELLA Marilena
PEZZELLA Rosanna 

 

UFFICIO STAMPA
TIRELLI Emanuele

Venerdì 8 Febbraio 2013, ore 21.00

Sabato 9 Febbraio 2013, ore 21.00

Sabato 16 Febbraio 2013, ore 21.00

Domenica 17 Febbraio 2013, ore 18.30

 

Teatro Di Sotto, Via Tasso, 296 - NAPOLI

(adiacente Largo Madre Teresa di Calcutta)

 

Siccome i posti sono limitati

si consiglia di prenotare i biglietti telefonando ai numeri sottoindicati

 

3384867406 (Maurizio) 3316461492 (Veria) 3389924524 (Antonio)

Costo biglietto: € 10

NOTE DI REGIA

Questo spettacolo, iberamente ispirato e adattato alla drammaturgia di Stefano Benni, è prodotto dall'Associazione "Il Colibrì" di Sant' Arpino (CE), dal Gruppo Teatrale de “Il Pendolo” (CE) e dal Centro Musicale “Pro Arte” di Piedimonte Matese (CE). Nello spettacolo viene celebrato lo smascheramento di tipologie e archetipi umani, nel classico stile di Benni, riveduto e adattato da una regia oltremodo visionaria e provocatoria. Ne scaturisce un mix di comicità corrosiva, fantasia e di invenzioni grottesche e graffianti.  Così si può assistere, da una parte, alla destrutturazione di alcune radicate convinzioni che vuole la donna musa ispiratrice, lupa famelica, arrampicatrice sociale, Medea, il logogrifo a cui l’uomo non riesce a dare risposta; e dall’altra alla riorganizzazione, da parte della donna, del proprio senso d’identità che richiede un riassestamento globale della personalità, nonché la messa in discussione del ruolo sociale e professionale femminile. In altri momenti ci si trova di fronte ad un’ amara dissimulazione delle relazioni umane attraverso la cifra stilistica di una feroce satira, o a momenti di struggente malinconia, varietà di registri nell’alternarsi di dialoghi e poesie introspettive e di intermezzi buffi ed energetici. Se questo è il nostro mondo, un mondo fatto di “ombre”, che noi, da prigionieri, scambiamo per realtà in un teatrino di burattinai, su cui si agita una vita inautentica e fatta di fantocci che si illudono di essere liberi, allora aspiriamo a proiettarci in una “libertà” che trascenda i limiti angusti di gabbie e costrizioni che relegano gli individui a recitare, in modo coatto, miserabile e inconsapevole, partiture e copioni nei quali, in verità, non sono altro che pallide comparse. Quindi voci a volte strazianti, altre volte ironiche e francamente comiche e grottesche. La partitura sottesa che connette i vari passaggi e le multiformi tipologie umane si intravvedono nella “denuncia” di una condizione umana che vive, spesso, su un tragico malinteso esistenziale e sul ribaltamento di quelli che dovrebbero essere i paradigmi di relazioni basate sulla dignità e sul rispetto del prossimo. Le performances di questo spettacolo, pur nella variegata composizione stilistica e recitativa, evidenziano alcune caratteristiche degli attori/attrici, che hanno lavorato duramente, con passione e perizia estreme, alla realizzazione di questo ambizioso progetto artistico. 

                                                                                  Antonio Iavazzo


 

2013-02-01
Fonte: COMUNICATO STAMPA

 
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