Il 31 agosto alle ore 21, sul sagrato della Chiesa del Buon Pastore a Caserta, si apre il Caserta-Festival
con una serata dedicata agli Chansonniers, veri e propri poeti del Novecento che cantano poeticamente l’amore con una maestria dettata dal loro spontaneo anticonformismo.
Si trascorrerà una particolare serata con l’attore Giovanni Gallo e con Alfonso Losanno alla chitarra e voce canora.
Non sarà un Concerto, ma una particolarissima serata in cui verranno cantati-recitati brani poetici degli chansonniers francesi e di alcuni cantautori-poeti italiani degli anni ‘60 (Brel, Ferré, Brassen, Ciampi, De André, Tenco ed altri)
Avremo a che fare con una parte importante, fondamentale dell’essere umano: le emozioni. E’ probabile che venga narrata qualche storia fantastica e, nel tempo che i protagonisti e gli spettatori si concederanno, ognuno potrà scoprire o ri-scoprire una parte di sé.
Ricordi,…. Emozioni,….. Fantasia,…… Immaginazione, …Sogni…. è ciò che si produrrà nell’animo dei partecipanti.
Nella memoria di ognuno di noi gli anni della fanciullezza sono, per lo più, i tempi favolosi della sua vita.
Si pensi che il più sublime lavoro della fantasia o della poesia è quello di dare senso e passione alle cose insensate…….. E questa è proprio una prerogativa dei fanciulli. Quella, cioè, di prendere cose inanimate tra le mani e, giocando, parlarvi come fossero persone vive.
Nei fanciulli è vigorosissima la memoria e la fantasia. Infatti, la fantasia è tanto più robusta quanto più debole è la razionalità (le regole, i limiti, le convenzioni). E nei sogni la fantasia celebra i suoi trionfi
Lo spettacolo nasce dalla narrazione di una storia vera o fantastica, chissà; da un sogno ad occhi aperti che i due artisti, attraverso i brani dei poeti scelti, proporranno al loro pubblico in maniera suggestiva e coinvolgente, abbattendo quel muro invisibile, quella parete invisibile che separa lo spettatore dagli interpreti. Sarà un percorso cantato-recitato che, al di là degli accorgimenti tecnico-canoro-musicali, tenderà a creare una atmosfera magica con-versativa con il pubblico in un clima di sim-patia (syn= insieme, pàthos=passione) in cui si possano condividere insieme emozioni e sperimentare, attraverso uno spettacolo, la Facoltà umana di partecipare ai sentimenti dei nostri simili.
Quello che stiamo proponendo non è assolutamente un discorso metafisico, ma piuttosto, un qualcosa che ha a che fare con la metafora, con la poesia che, lungi dall’essere un rifiuto della realtà, pone sotto gli occhi qualcosa che, dovunque fosse depositata, sotto gli occhi non era; o era sotto gli occhi e gli occhi non la vedevano.
La metafora ci trasporta oltre la Realtà in un mondo più Reale di quello comunemente sperimentato.
Quando Victor Hugo chiama le stelle fiori di un’eterna estate o occhi della notte, egli assolutamente non rifiuta la realtà delle stelle, o il modo comune di sperimentarle. È ovvio, invece, che egli consideri le stelle molto belle e voglia aggiunger bellezza alla bellezza per dare una nuova forma all’apprezzamento del firmamento. La metafora, dunque, o la poesia o l’Arte in genere, non è belletto o allontanamento dalla Realtà, bensì strumento conoscitivo, chiarezza ed enigma. Proprio come l’essere umano. E noi, infatti, apprendiamo principalmente dalle metafore. E saranno la metafora e la poesia le Regine della serata che, attraverso un’interpretazione creativa e non ripetitiva dei brani, renderanno lo spettacolo unico e irripetibile. Questa in sintesi la serata, che offrirà certamente di più in quanto non è possibile prevederla prima che sia vissuta. A presto.
Domenica 1 Settembre, in occasione della VIII Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, la serata sarà inizialmente dedicata al Cantico delle Creature di S Francesco d’Assisi dizionato da Giovanni Gallo.
Il Cantico, scritto in volgare umbro intorno al 1224, è tra le opere più antiche della letteratura italiana. Il Santo innalza nel Cantico le lodi al Signore per la bellezza della creazione, e noi che abbiamo ricevuto la vita, questo premio ineguagliabile, dobbiamo mostrare a chi ce l’ha donato, una incontenibile felicità che non costa alcuna fatica, per la quale dovremmo ridere e danzare come pazzi per la felicità. Francesco riusciva a commuovere attraverso il riso. Egli riproponeva con insistenza il passo del Vangelo dove Gesù si scaglia contro quei fedeli che, nei riti di penitenza, atteggiano il proprio viso a disperata tristezza e stucchevole contenzione. Il Cantico ci rinvia ad un rispetto gioioso della Natura verso la quale dovremmo atteggiarci non come giudici o manipolatori ma da allievi.
A seguire, Stop the war, canzoni contro la Guerra e contro ogni forma di violenza, canzoni che rievocano ingiustizie patite dai più deboli. Fra esse spiccano brani tratti dal repertorio di figure carismatiche della musica (Joan Baez, Bob Dylan, Steve Earle, Walt Whitman, Violeta Parra). Interessante, suggestiva e toccante la regia e l’interpretazione dello spettacolo con Susanna Canessa voce canora e chitarra, Monica Doglione voce canora, Luca Guida percussioni e Giovanni Gallo voce recitante.
Giovanni Gallo